Le poesie di Giulietta, di recente pubblicazione, sono state
per me una lettura avvincente. Accanto alle vivaci immagini e alle metafore
vibra concreto il senso della vita, rivestito di versi incandescenti, fissi in
una liquidità che li lega l’uno all’altro senza pause, nella misura di un canto
che sboccia felice e tesse parole d’amore e di dolore, lungo un’ispirazione
florida e cospicua.
Nell’equilibrio mobile di un verso sull’altro, risplende il tutto di una nobile ingenuità, nella minuta ed effervescente contemplazione di quanto accade.
Il destino nella poesia di Giulietta è anch’esso poesia, grazia da abbracciare, canto da ripetere, consolazione che si traduce, si dispiega in immagini, come nei suoi dipinti che istoriano il libro, e sono l’equivalente policromo delle parole: disegni sulla rima del sogno, impavide proiezioni della fantasia, candidi esorcismi della sorte.
La poetessa s’incammina sull’onda fertile dell’ispirazione, tenendoci per mano, affidando al lettore l’equilibrio della comprensione, di una gioia che zampilla anche accanto alle note aspre, alla forza di un fato che traveste i colori, e coraggiosamente si porge a chi voglia trattenere per un attimo il respiro, conservare il tessuto immaginifico per restituirlo alla Vita che fa di Giulietta una maga bianca. Nella sua cornucopia essa accoglie accenti, figure, forme che si stemperano man mano che ascoltiamo la sua pagina viva e vibrante, e crediamo all’avvenire delle sue parole.
Nell’equilibrio mobile di un verso sull’altro, risplende il tutto di una nobile ingenuità, nella minuta ed effervescente contemplazione di quanto accade.
Il destino nella poesia di Giulietta è anch’esso poesia, grazia da abbracciare, canto da ripetere, consolazione che si traduce, si dispiega in immagini, come nei suoi dipinti che istoriano il libro, e sono l’equivalente policromo delle parole: disegni sulla rima del sogno, impavide proiezioni della fantasia, candidi esorcismi della sorte.
La poetessa s’incammina sull’onda fertile dell’ispirazione, tenendoci per mano, affidando al lettore l’equilibrio della comprensione, di una gioia che zampilla anche accanto alle note aspre, alla forza di un fato che traveste i colori, e coraggiosamente si porge a chi voglia trattenere per un attimo il respiro, conservare il tessuto immaginifico per restituirlo alla Vita che fa di Giulietta una maga bianca. Nella sua cornucopia essa accoglie accenti, figure, forme che si stemperano man mano che ascoltiamo la sua pagina viva e vibrante, e crediamo all’avvenire delle sue parole.
Mi vestirei di silenzi
Mi spoglierei nel tuo cuore
Mi adornerei come una sposa
Salirei con te negli spazi deserti
della tua anima e
Lascerei germogliare
Il seme della speranza
Vagherei sospinta dal vento
nelle tue libertà
Incredula e stordita
Mi addormenterei nel tuo sogno
Mi spoglierei nel tuo cuore
Mi adornerei come una sposa
Salirei con te negli spazi deserti
della tua anima e
Lascerei germogliare
Il seme della speranza
Vagherei sospinta dal vento
nelle tue libertà
Incredula e stordita
Mi addormenterei nel tuo sogno
La prima parte del libro ospita anche cinque racconti, che
sottintendono la stessa poetica. Lascio la sorpresa al lettore riguardo agli
argomenti e aggiungo soltanto queste osservazioni tratte dalla prefazione di
Cinzia Tani: “Sia le storie in prosa che quelle in versi sono suggestive,
commoventi. Anche se fra le righe sentiamo scorrere lacrime di delusione e
anche di disperazione, c’è sempre annidata la speranza, la voglia di serenità,
la forza di volontà, la solidarietà a riportare l’equilibrio, a lasciarci un
sorriso.“
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