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a F. De Andrè

Poesia scritta per il Festival Ferrè (2012), dedicato a Fabrizio De Andrè.


A Fabrizio De Andrè

Ho sentito la tua voce nell’antro di una porta
vecchia, spuntare da un vaso di gerani
rossi come bocche di rosa, come la tua canzone
profonda e roca, che si sfianca, s’arrampica
sopra le note in un roveto di rime.
Ti ho amato negli anni più verdi di questi,
come un amore che s’aspetta
sul fare di altre soglie, un cuore più terso
di questo che oggi ti torna a cercare
come un idolo di carne e sangue
un canto levato sopra le miserie
di un mondo in maschera come questo.
E’ per quelli senza voce che hai cantato
per i cuori avvampati di paura
per chi è colpito dallo scherno di quelli
che parlano alto e colpiscono basso
anch’io ero qualcuno che hai amato
fragile, lontana
ed è con la gratitudine dei deboli che ti vengo a cercare
di chi viene fatto pagare
ad ogni occasione, anche per trastullo.
Fabrizio, ho per te un nuovo tema:
so che mi ascolti dietro le rovine
sotto il tuo ciuffo di capelli scuri
regalaci ancora una canzone.
Che sappia di pane e di tenerezza,
che prenda in mano la poesia come un geranio
e ne sfogli i petali, piccole voci
come sai fare tu che t’inoltri
mescolando parole e sangue.

Enrica Loggi

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