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30/06/23

"Arcani sentieri": poesie e racconti di Enrica Loggi e Antonella Roncarolo

 Venti poesie e cinque storie
della foresta magica


Le poesie di questo libro rispondono a un criterio di contemplazione, che si sposa spontaneamente con i racconti di Antonella.

Anche se scritte indipendentemente, esse sembrano composte contemporaneamente ai racconti, perché vivono di un sentimento esistenziale che le accomuna e le stringe in un progetto unitario.

L’intento di entrambe è di raccontare la vita nel suo aspetto più magico e profondo, utilizzando tuttavia un linguaggio semplice e dal tono fiabesco.

Fiabesco e misterioso è infatti il percorso tra fatti e fenomeni della vita che ci chiama incessantemente ad un impegno interpretativo di ogni singola parvenza come di tutto il complesso degli eventi. 

Compito della poesia e della letteratura in generale sembra infatti, a mio avviso, quello di tracciare una via estetica, ma anche morale e sociale, che sappia attraversare il bosco o la foresta esistenziale ricavandone insegnamenti e illuminazioni per una possibile, anche se difficile, liberazione spirituale.

L’ambientazione del bosco è particolarmente adatta a questo tipo di avventura letteraria perché tutte le creature che s’incontrano nella realtà o nell’immaginazione creano suggestioni e fascinazioni assolute che ispirano la ricerca e la guidano per mezzo di un’interazione costante tra natura e soggetto contemplante.

La poesia e il racconto si snodano così in  un’opera di rappresentazione e al tempo stesso di discernimento tra bene e male, tra luci e ombre, tra magie sempre cangianti, tra voci molteplici che esigono un giudizio di valore.

Gli “arcani sentieri” in cui spesso ci si può smarrire, sono altresì da percorrere per trovare una bellezza sempre aperta a chi la sa cercare, e una verità sempre accessibile a chi la sa costruire.

*

Arcani sentieri (Pequod Edizioni, maggio 2023)












Un'intervista alle autrici si può leggere nel seguente link


Acquista il libro su Ibs o su Amazon


https://www.amazon.it/Arcani-sentieri-Enrica-Loggi/dp/8860682819/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=3RBWYIEL1O1SD&keywords=arcani+sentieri&qid=1688119404&sprefix=arcani+sentieri+%2Caps%2C195&sr=8-1


21/03/23

La stagione del sole e del vento

 La stagione del sole e del vento 

mi raggiunge nell'inattesa 

movenza, ed apre le braccia

a chi s'inoltra, a chi piace

ascoltare le piccole piogge

e sognare l'estate lontana...

Com'e vera, come

non è vana.



27/01/23

Passa lento l'inverno...

Passa lento l'inverno sulle orme

che si aprono antiche verso il mare. 

Una fiaba dismessa le confonde

e come un sogno si fa desiderare...










17/11/22

Grottammare, lungomare sud

 


Dove c'è il mare, 
lì nascono le rose... 

09/04/22

"Di perla il cuore del mondo": mini ebook con foto e poesie

 


In questo link si può visualizzare 
una piccola raccolta (in pdf)
di foto e versi:

https://drive.google.com/file/d/1CoTEInOXwNcU6Zhdm0zD3ojvUCR5zlRH/view?usp=sharing


Un gioco, un mosaico di versi e immagini: 

un modo di raccontare il fluire del tempo 

attraverso momenti di sospensione dello sguardo poetico.

Una silloge di brevi meditazioni 

in connubio con le fotografie di Roberto Tamburrini: 

una serie di canti sommessi, 

quasi preghiere appena accennate...


21/03/22

Benvenuta sei, dolce primavera

                                        


Benvenuta sei, dolce primavera
nell'abbraccio del cielo e nella luce
che dipinge il tuo volto tra i miei sogni.
Nei colori e le immagini del giorno
tu sopravvivi a questo buio tempo
con i fiori che annunciano tra il verde
la tua speranza che non può tradire.

( Enrica )

17/02/22


 La recensione di Luana Trapè al  mio "Poemetto della neve",

presente in "Una profonda leggerezza" 

http://www.ilgraffio.online/2021/11/25/poemetto-della-neve-enrica-loggi-recensione-luana-trape-cantare-silenzio/ 


http://www.luanatrape.it/


21/03/21

Fior di stelle


Fior di stelle che spunti in mezzo all'erba,
ti consegni sereno alla tua pioggia
caduta sul tuo volto, come sparsa,
affidata al tuo sol di primavera:
sei tu nel tempo, come una bandiera.

(E.L.)

10/08/20

Note di Francesco Varano su "Una profonda leggerezza"

Cara Enrica, la tua poesia di questo libro è un dialogo intenso con le forme del vivere: il contenuto è essenziale ed esistenziale. Non ti sfuggono gli elementi naturali, di cui noi esseri viventi facciamo parte. In ogni caso, poesia per poesia tu richiami questa appartenenza, e la distingui, ora, in memoria, ora, in un sentimento minimale, che la creatura ha di se stessa. (pag.54). Tu poni l’interrogativo principale del perché noi abitiamo gli elementi naturali, del perché la vita stessa abbia una ragione (soffio, cuore, ombra)(pag.53), del suo diritto a esserci (pag.54) o del perché della propria azione di senso: "e il senso della vita come andato/ a gettarsi nell’acqua sconosciuto". Questo libro si apre con l’immagine poetica dell’inverno, con la poesia “Poemetto della Neve”, dedicato a tua sorella Marisa, si chiude con l’elogio dei fiori della primavera, con la poesia “Dedicato ai fiori”. La prima poesia comprende la tua sensibilità verso la natura, e quella umana verso le creature, e in particolare: tua sorella. Tratteggi un suo ritratto e quindi la sua immagine, attraverso la “memoria”, formata da una serie di ricordi, ed è memoria in quanto assumi una tua posizione nel confrontare quest’immagine, che alta si alza, su ogni elemento altro: sulla neve, sul paese, sui suoi abitanti, sulle strade, anche sulle campane e altro ancora. Questa immagine della “memoria” ti riflette. Perché tu mediti sull’interrogativo esistenzialista, che la vita abbia un senso in sé, ma man mano che i soggetti lo cerchino e poi lo perseguano: dal concetto di responsabilità a quello di solidarietà o di impegno. Una cifra etica, come sosteneva sulle macerie della seconda guerra mondiale, il pensiero esistenzialista laico francese. Ti domando se alla vita questo senso ancora le possa appartenere, o se sia divenuto completamente "sconosciuto" (pag .55), oppure se il soggetto attraverso il linguaggio, e l’espressione delle parole che "si tengono per mano>> (pag.56), possa ancora accarezzare dei sogni, dopo aver lenito le ferite, come quelle della solitudine esistenziale, "tra uomo e uomo ci sono anni luce"(pag.58). Ma se non sbaglio viene anche il “giorno” della ricomposizione esistenziale: quel "giorno suddiviso in ore che odorano d’arancia>> (pag.76) o quel giorno che gioca con le ore come fossero pagine e le sfoglia "e le abbandona nel vento come paglia" (pag.87). Mi sembra corrisponda a una ricomposizione, dettata dalla leggerezza, in cui interlocutori sono gli stessi elementi naturali, o meglio organi di un corpo, di cui viene tessuto l’elogio: sono essi che si lanciano per costruire ora un piacere somatico e spirituale. Perché rispetto alle domande che vengono poste dagli interlocutori, il tuo “io” poetico, ora è presente con "un guizzo di palpebra", ora con "un sussulto del cuore",ora con "un ramoscello", per far pace con "la vita che s’aggira raminga/ e ruzzola sulle labbra di chi non dice/ e suona mentre qualcuno parla". Ancora verso la vita dici: "una piccola pianta verdeggia/davanti a una finestra" (pag.75). E se ancora il giorno e le sue ore che odorano d’arance sono la vita stessa, il tuo “io” poetico racchiude anche quell’impegno etico e può dire a voce alta: "il cuore l’ho lasciato sopra un muro a cantare come un orologio antico"(pag.76). 

Francesco Varano vive a Roma e ha pubblicato la raccolta di poesie “Il giardino medievale”, (Polistampa, 2012).
Ulteriori informazioni sul sito:http://www.francescovarano.it/ )

Sto interrogando il giorno e le sue ore 
a spicchi vengono intorno a sera  
si dividono come arance e odorano. 
Il cuore l'ho lasciato sopra un muro  
a cantare come un orologio antico. 
Il mio bene distinto fortemente 
da quel che accade, brilla 
come il sole in una meridiana  
sull'antica parete della torre.

17/05/20

Dopo la mareggiata



Dopo la mareggiata brilla il sole
si adagia sulla spiaggia
semideserta e dona
mille lucciole accese dentro l'acqua
come un giorno per noi pallido e vero.

E.L.


03/05/20

Speranza


Sei tornata con questo sole
e con le foglie della pervinca
nel verde del giardino solitario
a piccoli passi, silente.
Io sono qui accanto a te
e incredula ti sorrido
ricordo gli antichi tuoi movimenti.
Ti aspetterò fino a sera, 
fino all'ultimo dei tuoi sguardi.

(E. L.)

21/04/20


… E le foglie dell’edera ritornano
a cingere di sé queste parole,
a trasformarsi in abiti celesti
lungo le mura della mia dimora.
Tornerò sui miei passi a riconoscere
quel che di me ancora non sapevo,
al vestito dismesso in primavera
che ha raccolto per sè le verdi fronde…


(E. L.)

14/04/20

L'orto dei miei ricordi




In questo racconto descrivo un aspetto dell'attuale mia vita quotidiana. Ho cercato un angolo di natura nel piccolo orto dietro casa mia: uno spazio di colorate presenze per ricreare lo spirito che langue.
Ringrazio Il Graffio.online per la pubblicazione.


03/02/20

"La nuova alba", di Giulietta Straccia



Le poesie di Giulietta, di recente pubblicazione, sono state per me una lettura avvincente. Accanto alle vivaci immagini e alle metafore vibra concreto il senso della vita, rivestito di versi incandescenti, fissi in una liquidità che li lega l’uno all’altro senza pause, nella misura di un canto che sboccia felice e tesse parole d’amore e di dolore, lungo un’ispirazione florida e cospicua.
Nell’equilibrio mobile di un verso sull’altro, risplende il tutto di una nobile ingenuità, nella minuta ed effervescente contemplazione di quanto accade.
Il destino nella poesia di Giulietta è anch’esso poesia, grazia da abbracciare, canto da ripetere, consolazione che si traduce, si dispiega in immagini, come nei suoi dipinti che istoriano il libro, e sono l’equivalente policromo delle parole: disegni sulla rima del sogno, impavide proiezioni della fantasia, candidi esorcismi della sorte.
La poetessa s’incammina sull’onda fertile dell’ispirazione, tenendoci per mano, affidando al lettore l’equilibrio della comprensione, di una gioia che zampilla anche accanto alle note aspre, alla forza di un fato che traveste i colori, e coraggiosamente si porge a chi voglia trattenere per un attimo il respiro, conservare il tessuto immaginifico per restituirlo alla Vita che fa di Giulietta una maga bianca. Nella sua cornucopia essa accoglie accenti, figure, forme che si stemperano man mano che ascoltiamo la sua pagina viva e vibrante, e crediamo all’avvenire delle sue parole.

Verrei da te

Mi vestirei di silenzi
Mi spoglierei nel tuo cuore
Mi adornerei come una sposa
Salirei con te negli spazi deserti
della tua anima e
Lascerei germogliare
Il seme della speranza
Vagherei sospinta dal vento
nelle tue libertà
Incredula e stordita
Mi addormenterei nel tuo sogno


La prima parte del libro ospita anche cinque racconti, che sottintendono la stessa poetica. Lascio la sorpresa al lettore riguardo agli argomenti e aggiungo soltanto queste osservazioni tratte dalla prefazione di Cinzia Tani: “Sia le storie in prosa che quelle in versi sono suggestive, commoventi. Anche se fra le righe sentiamo scorrere lacrime di delusione e anche di disperazione, c’è sempre annidata la speranza, la voglia di serenità, la forza di volontà, la solidarietà a riportare l’equilibrio, a lasciarci un sorriso.“

12/12/19

Una piccola nota per Annalisa



Il nuovo libro di Annalisa Frontalini è con me da più giorni. Ammiro la sua poesia come un arcobaleno di poesie che s’incrociano arricchendosi di significati che si dispiegano sulla pagina come anime in cerca lungo i profili della vita. Quasi non posso fare a meno di scriverne tanto i suoi detti mi hanno interrogato, tanto ho desiderato rispondere, sulle ali dei suoi pronunciamenti appena accennati, nella sua voce che sa di ininterrotta confessione, di ricerca di un senso autonomo, per cui quanto viene affermato s’inanella dentro un elegante e definitivo florilegio di parole. Annalisa cerca se stessa in un rosario d’amore lontanissimo da qualsiasi retorica, tradotto laboriosamente nella musica del cuore, porgendosi a chi può leggerla mentre si dissemina tra le frange di un presente attentamente narrato, trascritto quasi angelicamente nella profonda sua spontaneità, lungo una musica lenta che appassiona noi e lei in un unico sintagma, per cui quanto viene letto è un presente tradotto e restituito in forma di poesia. Tutto questo sulle onde di ciò che è vissuto come una ricerca di pace, sul filo di un’ansietà che non disturba, anzi invita chi legge ad adagiarsi lungo le note di questa musica “imperfetta” e farsi accompagnare dal suono di versi generati dal buio di un’esperienza che li fa rifiorire, e accarezzano l’immagine sincera, nuda, inerme che Annalisa ha di sé. Originalissima forma, dettato autentico nel divenire che unisce come un filo rosso ogni ispirazione, per restituirne il canto sommesso, ed anche il grido in cui riconosciamo l’amicizia del poeta con il resto del mondo.

Fuori dall’oblò c’è luce
e una melodia stonata controvento,
un’illogica felicità si insinua
nel reticolo angusto delle mie paure
le guardo come fossero reliquie sante, le benedico
una ad una.
Danzo su note imperfette
a ciocche i miei capelli s’ingemmano, il naso si arriccia
gli occhi si riempiono di pagliuzze dorate e rido
senza provare vergogna per i miei denti sgangherati.
Così bella non lo sono mai stata.

(Annalisa Frontalini, “ La nota imperfetta “, Infinito edizioni, 2019)

Enrica Loggi

Altre mie recensioni sono sulla pagina :

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