Il nuovo libro di Annalisa Frontalini è con me da più giorni. Ammiro la
sua poesia come un arcobaleno di poesie che s’incrociano arricchendosi di
significati che si dispiegano sulla pagina come anime in cerca lungo i profili
della vita. Quasi non posso fare a meno di scriverne tanto i suoi detti mi
hanno interrogato, tanto ho desiderato rispondere, sulle ali dei suoi
pronunciamenti appena accennati, nella sua voce che sa di ininterrotta
confessione, di ricerca di un senso autonomo, per cui quanto viene affermato
s’inanella dentro un elegante e definitivo florilegio di parole. Annalisa cerca
se stessa in un rosario d’amore lontanissimo da qualsiasi retorica, tradotto
laboriosamente nella musica del cuore, porgendosi a chi può leggerla mentre si
dissemina tra le frange di un presente attentamente narrato, trascritto quasi
angelicamente nella profonda sua spontaneità, lungo una musica lenta che
appassiona noi e lei in un unico sintagma, per cui quanto viene letto è un
presente tradotto e restituito in forma di poesia. Tutto questo sulle onde di
ciò che è vissuto come una ricerca di pace, sul filo di un’ansietà che non
disturba, anzi invita chi legge ad adagiarsi lungo le note di questa musica “imperfetta”
e farsi accompagnare dal suono di versi generati dal buio di un’esperienza che
li fa rifiorire, e accarezzano l’immagine sincera, nuda, inerme che Annalisa ha
di sé. Originalissima forma, dettato autentico nel divenire che unisce come un
filo rosso ogni ispirazione, per restituirne il canto sommesso, ed anche il
grido in cui riconosciamo l’amicizia del poeta con il resto del mondo.
Fuori dall’oblò c’è
luce
e una melodia stonata controvento,
un’illogica felicità si insinua
nel reticolo angusto delle mie paure
le guardo come fossero reliquie sante, le benedico
una ad una.
Danzo su note imperfette
a ciocche i miei capelli s’ingemmano, il naso si arriccia
gli occhi si riempiono di pagliuzze dorate e rido
senza provare vergogna per i miei denti sgangherati.
Così bella non lo sono mai stata.
e una melodia stonata controvento,
un’illogica felicità si insinua
nel reticolo angusto delle mie paure
le guardo come fossero reliquie sante, le benedico
una ad una.
Danzo su note imperfette
a ciocche i miei capelli s’ingemmano, il naso si arriccia
gli occhi si riempiono di pagliuzze dorate e rido
senza provare vergogna per i miei denti sgangherati.
Così bella non lo sono mai stata.
(Annalisa Frontalini, “ La nota imperfetta “, Infinito
edizioni, 2019)
Enrica Loggi
Altre mie recensioni sono sulla pagina :
https://nelsoffiodellapoesia.blogspot.com/p/recensioni.html
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