C'è un mondo che non è nè terrestre, nè celeste, vive all'altezza delle nebbie, è visione, fata morgana, bolla di poesia.

Il dolore scivola nell'umida nebbia della notte, ingentilito da un velo, animali d'argento appaiono inconsistenti
eppure profondamente epifanici, e "l'orizzonte come una fontana / un bacio, il fiato della bocca / d'una statua."
I suoni del verso hanno una loro armonia indipendente dal senso, che non ha momenti di caduta, spesso ci si stupisce di ascoltare il ritmo perduto della natura, il tono è alto a volte, elegiaco; alcune parole desuete perdono tutta la loro pesantezza per riprendere significato.
C'è silenzio in questo giardino protetto, il silenzio circonda le parole, vive con loro; le onde del mare, che pare bagnare ogni poesia, sono onde del cuore, la città, il porto, il circo luoghi d'immaginazione che si sfaldano in altri pensieri conseguenti, di grande poeticità, si entra in un mondo di sensazioni in punta di piedi e si esce alla fine naufraghi, accucciati su una spiaggia grigia di sabbia, inconsistenti al mondo, spersi come foglie cadenti o cadute, non c'è tempo e spazio che da sempre ci trattengono, arricchiti da bellezza pur nel dolore e nel disagio del vivere, che l'anima di un compagno poeta sa donarci in un giorno qualunque, per caso.
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