Ripenso al mio primo libro, di tanti anni fa. Ciò che lo
fece nascere fu il talento ravvisato della solitudine, e la ricchezza di una
costante meditazione, una visione che illuminava i miei giorni e li sollevava
come un’onda che si alza improvvisamente e restituisce lo slancio che la
sostanzia. Così sono nati i miei libri, e quest’ultimo riporta a riva ciò che
il mare e la fantasia restituiscono come un dono attuale e remoto, concreto e
immaginario.
Si apre allora un nuovo cammino, un nuovo tratto di strada, segno e speranza di una armonia esistenziale che la poesia sempre suggerisce come una promessa celeste.
“Si è così davanti ad una premessa o promessa che non è la semplice attesa del Sabato del villaggio, ma piuttosto la simmetrica anche se distante “temperatura” stupefatta di Aspettando Godot. Se la veglia è attesa, quella della Loggi è una attesa particolare e singolare. E’ una sorta di commistione, mai visionaria, ma più semplicemente “sospensione”, come quando si è in uno stato di trance. Tale “sospensione” (del tempo e dello spazio) le permette di entrare nella “natura” che non è qui tanto lacrima rerum, quanto piuttosto nitore e candore, lucida visione…”
(Dalla prefazione di Guido Garufi)
Si apre allora un nuovo cammino, un nuovo tratto di strada, segno e speranza di una armonia esistenziale che la poesia sempre suggerisce come una promessa celeste.
“Si è così davanti ad una premessa o promessa che non è la semplice attesa del Sabato del villaggio, ma piuttosto la simmetrica anche se distante “temperatura” stupefatta di Aspettando Godot. Se la veglia è attesa, quella della Loggi è una attesa particolare e singolare. E’ una sorta di commistione, mai visionaria, ma più semplicemente “sospensione”, come quando si è in uno stato di trance. Tale “sospensione” (del tempo e dello spazio) le permette di entrare nella “natura” che non è qui tanto lacrima rerum, quanto piuttosto nitore e candore, lucida visione…”
(Dalla prefazione di Guido Garufi)
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