Pronto Enrica? Sono Rita
Mi è sempre piaciuto pensare, e oggi ancora di più, al mondo
della poesia, come a un giardino la cui quiete ( apparente ) è ricca di
presenze, abitata da amici poeti e raffinati scrittori con i quali, di quando
in quando, senza sottrarmi, ho potenziato uno scambio di telefonate, email, e
brevi saluti formato cartolina.
Con Enrica ho intrapreso da tempo e da un lontano fin troppo
poetico un duetto denso e confidenziale, attraverso il quale entrambe
esploriamo le nostre solitudini e altri rovelli. Nelle pause, quelle
della quotidianità, vive, salvifica, la figura di Enrica che lega la sua storia
al tempo e ai luoghi fitti di Infiniti, affollati di slanci emotivi, di
perfette armonie. In uno spazio in cui prende corpo la sua voce poetica,
le sue parole transitano tra altri ritmi e altri percorsi per dire o “disdire”
in un controcanto che il suo animo colto sa tradurre, nello scorrere del tempo.
E scorrono anche le immagini che Enrica, autrice delle malinconie
vaporose ricompone attraverso i suoi versi. Ho in mente i suoi sorrisi
che vogliono tacere più che esprimere le amarezze di una vita difficile, la sua
vocazione forte, isolata nella provincia dei malumori, delle distrazioni,
dell’indifferenza. In un paesaggio caotico come questo odierno, il suo “puntellare
le rovine” di eliottiana memoria non parla di un’autrice estranea alla propria
contemporaneità, ma la investe di un ardore fisico concreto che si materializza
tra i “fiori inconsapevoli”, in quel giardino nominato all’inizio dove si
percepiscono umori, respiri, fragranze, simmetrie dello sguardo e ardori di uno
spirito comunque e silenziosamente energico. Se è vero che sono tanti e
diversi i modi di narrare, nella scrittura come nell'arte figurativa e nella
fotografia, questo passo doppio di Enrica, (Enrica visionaria, Enrica
spettatrice), ci testimonia di questo suo sguardo più ampio e meticoloso. Uno
sguardo che è come una carezza dietro le finestre chiuse, dietro i mille
trabocchetti della vita o di una news di troppo che ci inchioda ad un muro,
ad un’ombra.
Tra le pieghe dell’esistenza e le trame di un’ interiorità
che anima al femminile l’ascolto del mondo, Enrica ci prende per mano e ci
conduce in una dimensione che sa di protezione. Come in una terra promessa
investita da emozioni intense, da squarci dove fiori e foglie, cieli e la
vastità del mare sono la metafora di ciò che nel profondo si agita, evapora e
si espande mentre in un respiro più ampio e maggiore cresce la tensione poetica
e altre e più alte accensioni.
Immobile, il lettore, cara Enrica, ti ascolta,
miracolato dal dono così ricevuto. Anch’io, tra loro, nel commiato
finale, mia sempre più cara Enrica, ti saluto con l’ ammirazione che tu
ben conosci, riservandomi quell’abbandono che prelude al sogno per poi,
perdermi come sempre tra i chiarori di questa tua rima
attraversata dal vento…….
Rita Vitali Rosati ( http://www.ritavitalirosati.it/ )
( Enrica Loggi - foto di Rita Vitali Rosati )
Nessun commento:
Posta un commento