Avviene che nella minuscola piazza antistante lo Studio
dell’Artista Nazareno Luciani, verso le diciassette e trenta compaiano: una
panchina trasportabile, un tavolo con sopra una allegra copertura gialla e una
sontuosa sedia di plastica bianca, un altro tavolo ricoperto di stoffa a
ghirigori viola e tre personaggi di scena: una poetessa, un pittore, un altro
pittore fabbricante di lampade e, riconoscibile dalla flemma e dalla
parrucchetta bianca, Nazareno Luciani in persona. Lo spaziomOHOc aperto, come
una madia contenente l’indispensabile dell’Arte: quadri in ogni dove, dalle
tinte soffuse, molti ospitanti il piccolo quadrupede di nome OHO, mite ed
esultante, un angelo a quattro zampe. Silenzio nella piazza, cielo sereno, balconi
lustri, una piccola via d’imbocco che subito transita verso un tranquillo dove.
Quadri appesi alle case racchiudono il luogo che si carica di colore sfumante
in una densa poesia. Tutto è pronto per l’imprevisto. Piccolo rendez-vous di
spettatori che osservano i pittori armeggiare con tinte sgocciolanti sulle
lampade in fieri, la poetessa che s’è seduta al tavolo giallo e parla come in
sogno, lungamente, del suo libro “…A una
rima di vento”. Appare un suonatore di chitarra che dà vita a un suono che
si ripete, si ripete. Appare un altro pittore. La piazza è un largo, un
campiello, un contesto un po’ faceto e un po’ severo. L’Arte è il racconto che
vi s’intreccia, e si scioglie col crepuscolo: voci affiochite dalla sera, un
po’ di fata morgana nel cuore.
P.S. I pittori: Vincenzo Lopardo, Antonello Pala ed Emilio Patalocchi
Il musicista:
Davide
La poetessa:
Enrica Loggi